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Orazio Gaigher

Barco di Levico 20 aprile1870 - Merano 18 maggio 1938

Ex libris simile al precedente (img20as) ma senza cartiglio in basso a sinistra (parrebbe cancellato).

La battaglia di Vienna ebbe luogo l'11 e il 12 settembre 1683 e pose fine a due mesi di assedio posto dall'esercito turco alla città di Vienna.

Questa battaglia campale fu combattuta dall'esercito polacco-austro-tedesco comandato dal re polacco Giovanni III Sobieski contro l'esercito dell'Impero ottomano comandato dal Gran Visir Merzifonlu Kara Mustafa Pasha, e fu l'evento decisivo della guerra austro-turca (1683-1699), conclusasi definitivamente con la firma del Trattato di Karlowitz.

L'assedio di Vienna fu posto a partire dal 14 luglio 1683 dall'esercito dell'Impero Ottomano, composto da circa 150.000- 300.000uomini. La battaglia decisiva cominciò l'11 settembre, quando cioè si concluse il raggruppamento dei rinforzi dalla Polonia, comandati da Giovanni III Sobieski stesso, dalla Germania e dal resto dell'Austria, oltre alle forze presenti nella città.

L'imperatore Leopoldo I si era rifugiato a Passavia, da cui dirigeva l'attività diplomatica (sostenuto dalla diplomazia del papa Innocenzo XI) indispensabile per tenere unito un esercito variegato in un momento tanto drammatico; di conseguenza i capi militari della città non esitarono a conferire a Sobieski il comando dell'esercito così composto:

30.000 polacchi al comando di Giovanni III Sobieski con cosacchi ucraini (3.000-5.000);
18.500 austriaci, toscani, veneziani e mantovani, al comando di Carlo V duca di Lorena e di Eugenio di Savoia;
19.000 franconi, svevi e bavaresi, al comando di Giorgio Federico di Waldeck;
9.000 sassoni, al comando di Giovanni Giorgio III di Sassonia.
In tutto quindi le forze europee contavano su circa 80.000 uomini, contro 150.000-300.000 ottomani che avevano invaso l'Austria. La maggior parte di essi tuttavia non si trovava a Vienna il giorno della battaglia.
Il grosso dell'esercito ottomano investì Vienna ed i suoi difensori il 14 luglio. Il conte Ernst Rüdiger von Starhemberg, capo delle truppe superstiti (circa 20.000 uomini) rifiutò di arrendersi e si chiuse dentro le mura della città.

Come già per la Battaglia di Poitiers e la Battaglia di Lepanto, la Battaglia di Vienna ebbe un profondo significato religioso. Come visto in precedenza, nelle prime ore del mattino del giorno della battaglia venne celebrata la Messa e la tradizione tramanda che Sobieski in persona prestò il proprio servizio all'altare. Papa Innocenzo XI, per ringraziare Maria Santissima della vittoria contro i Turchi, proclamò la festa al Santissimo Nome di Maria il 12 settembre. Il protagonista di questa vittoria, oltre al re polacco Sobieski, fu anche il frate cappuccino Marco d'Aviano. Fu incaricato dal Papa Innocenzo XI, nella primavera del 1683, di sollecitare i regnanti cattolici ad allearsi in una Lega Santa per contrastare l’avanzata turca. Fu l'instancabile opera di mediazione del frate che portò i sovrani europei ad affidare il comando della Lega al Sobieski. Nei due mesi di assedio, Marco d'Aviano incoraggiò e confortò i soldati e il popolo viennese, esortandoli di affidarsi alla Madonna e invocando da Lei la salvezza mediante la preghiera del santo Rosario.